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"L'ornamento é il regno del dominio della forma" (Mario Costa, 2000)

Il gusto per l'ornamentazione costituisce una caratteristica fondamentale della cultura umana.

Nei materiali e nelle forme esso ha sempre fatto riferimento - in maniera astratta e figurativa - ad elementi tratti dal contesto storico/ambientale.

In occidente é la Natura in tutta la sua varietà che ha fornito i modelli ed i simboli, attraverso figurazioni ad imitazione della natura ma ancor più spesso astratte: si pensi ai 'meandri' di matrice greca e giapponese, ai viluppi di foglie di acanto, alle 'grottesche' rinascimentali, per giungere alla apoteosi dello stile rococò ed alle eleganze del 'liberty'.

Nel mondo islamico il divieto dettato dal Corano di rappresentare pubblicamente immagini tratte dalla natura ha generato un tipo di decorazione dalla serrata e complessa matrice geometrica, spesso inglobante testi sacri: come in tutto l'Oriente, sintassi e semantica della decorazione tendono a fondersi in un segno unitario.

Il costante ruolo di primaria importanza dell'ornamento nel campo delle arti applicate viene a cessare nel XX secolo con lo sviluppo della civiltà industriale: nel 1908 il famoso testo 'Ornamento e delitto' dell'architetto viennese Adolf Loos dichiara non più ammissibile il legame tra modernità e decorazione, negando a quest'ultima ogni senso e ruolo sia dal punto di vista economico che formale.

Solo con l'avvento della postmodernità la decorazione acquisirà un nuovo riconoscimento ed un positivo status culturale.

DIGITAL DECO propone un moderno approccio al tema, assumendo quale riferimento culturale e formale il mondo della comunicazione di massa e l'universo iconico dei mass-media.

La nascita e l'espansione della World Wide Web ha reso di fatto inevitabile la già avviata 'digitalizzazione' delle informazioni (la possibilità di rendere discreta/binaria la rappresentazione del mondo), e il suo governo attraverso la macchina-computer.

In DIGITAL DECO il punto di partenza formale del nuovo alfabeto decorativo é il mattone fondamentale del codice binario, linguaggio-macchina del computer: il BIT, entità numerica base dell'informazione, ovvero la sua trasposizione grafica, il PIXEL.

A partire da tale input concettuale e formale DIGITAL DECO sviluppa un modello decorativo (ed illustrativo) caratterizzato da poche ma chiare regole sintattiche:

1) utilizzo del computer come macchina da disegno 'a bassa risoluzione';
2) maglia grafica ortogonale e modulare;
3) astrazione dei soggetti figurativi e figuratività (=simbolismo) dei soggetti astratti;
4) saturazione decorativa, o "iperdecorazione".

La nuova decorazione per il XXI secolo é una decorazione:

- strutturata: perché generata e costruita secondo criteri compositivi razionali che contemplano simmetrie, specchiature, volute, allineamenti, richiami tra le parti;
- iconica: in quanto caratterizzata da una serrata moltiplicazione di segni astratti, dotati o meno di riferimenti simbolici: come un grande centro commerciale spiaccicato in uno 'scanner';
- narrativa: sia nello sviluppo grafico che in quello tematico, a formare una sintesi concettuale tra il tracciato di un circuito stampato di un chip e la Colonna Traiana.

La maglia decorativa ortogonale caratteristica di DIGITAL DECO appartiene al panorama visuale a-storico del nostro inconscio: essa é rintracciabile - con diversi significati - in alcuni calligrammi islamici del '500, negli schemi dei ricami, nella scacchiera di taluni disegni infantili, in pattern pavimentali antichi e moderni, nel Televideo, ecc.
La novità sta nella sua codifica in quanto possibile modello d'uso per il mondo contemporaneo - così come nell'800 alcuni famosi manuali elencavano i vari 'stili' decorativi secondo una logica spazio/temporale - con un approccio libero e aperto al tema della decorazione paragonabile al 'codice libero' (open source) nell'ambito del software (p. es. il sistema operativo Linux), aperto alla interpretazione, modifica ed al miglioramento da parte dei potenziali utilizzatori.

Maurizio Castelvetro (2003)

 

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